I pupazzi che ho visto nella Casa dei Burattini di Otello Sarzi sono oggetti che vivono. La varietà dei materiali utilizzati testimonia che si può esprimere poesia con tutto. Legno, carta, cartapesta, latta, lamiera, lattice, plastica, spugna.. e in tutti c’è qualcosa che passa dalle figure a chi guarda. Pare di sentire le voci, i suoni e si rimane catturati da quel ‘qualcosa’ di vivo e di presente come se un regista fosse in azione a orientare sguardi e gesti.