Il titolo dell’opera, Ta phainomena, in greco (antico) significa : “ciò che appare, che è conoscibile attraverso i sensi, e che può non corrispondere alla realtà oggettiva”.
Mi rifaccio al titolo della mostra collettiva: cuore/occhio/cervello.
Quando guardiamo qualcosa se il cervello ha memorizzato un’analoga esperienza i segnali che gli arrivano vengono confrontati con una serie di campioni corrispondenti già memorizzati, riconosciuti e identificati come elementi del mondo circostante.
Nella maggior parte delle volte quindi non ci soffermiamo veramente ad osservare con attenzione ma a ricondurre quello che vediamo ad immagini e informazioni che già abbiamo nei nostri archivi della memoria.
Tutto questo non prescinde ovviamente dal cuore, dalle emozioni, dalla situazione che viviamo
Ho voluto allestire un lavoro sulla percezione, sull’abitudine che abbiamo di guardare distrattamente le cose e ricondurle agli schemi che abbiamo in mente.
Quello che ci appare non è detto che sia in realtà ben altro… dobbiamo sforzarci di andare oltre e di abbandonare gli schemi precostituiti che abbiamo.
Sono palme o fuochi d’artificio? Sono dune o una stazione? E’ una caverna con del magma o del pane? E’ una rosa rossa o del fumo d’incenso’?