In queste immagini parlano i luoghi in cui si consumò la disperazione della follia emarginata.
Dei folli non restano che le ombre, ma i luoghi raccontano, danno voce e testimonianza a quelle esistenze schiacciate,
rievocandone i tormenti e le sofferenze.Nel cieco disinteresse della “Città dei Sani”, dolore, solitudine, umiliazioni,
condizioni disumane, perdita di sé, scandiscono la vita comune delle persone della “Città dei Matti”,
nell’inquietante incertezza sulla possibilità di stabilire un confine assoluto tra ragione e follia.
Nelle povere cose della quotidianità, nei fatiscenti spazi di reclusione, nei terribili strumenti di contenzione,
si legge per intero il dramma di queste persone, esseri umani con lo sguardo perso nella follia di una speranza impossibile.
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