Si è sviluppato il lavoro a partire dalla convinzione, espressa dal soggetto intervistato (infermiere psichiatrico nei gruppi di intervento di Jervis) secondo cui la liberazione dalla struttura repressiva dal manicomio è efficace solo con l’inserimento in un’altra struttura non più contenitiva ma accogliente, possibilmente quella originaria della famiglia e il tessuto connettivo di relazioni che da qui si allargano alla fabbrica, al circolo, al paese. E’ sempre e comunque la struttura che sostiene l’individuo alla ricerca dell’equilibrio. Si è tentato di ripercorrere questo sviluppo temporale della vicenda del singolo ricoverato manicomiale e al contempo della storia della psichiatria di quegli anni, attraverso l’accumulazione di polaroid fotografate durante il venire alla luce della loro esposizione. I frame son montati in successione a rappresentare lo scomparire della restrizione manicomiale e il tentativo faticoso di apparizione del soggetto, possibile solo, infine, con la reintroduzione nel nido familiare