Il Dopoguerra, come ben descritto, anche in termini numerici, ha rappresentato per la montagna una fase di drammatico spopolamento.
La pianura offriva un lavoro certo, coperto dal tetto di un capannone, e regolarità di una remunerazione.
La pianura è più comoda: le strade sono più agevoli da costruire, le coltivazioni più facili da far crescere.
Atlante dell’Appennino, 2018
“Già, il bosco. Si guardò attorno. Gli venne un vago senso di rimpianto per quello che il castagneto era stato e non era più.
Pulito, levigato, mantenuto come fosse un giardino.
Lo scopavano addirittura, con scope di biancospino tenute all’inverno sotto a grandi sassi perché i cespugli prendessero la forma voluta.
Ora vedeva i boschi abbandonati […], i rami spezzati e i tronchi caduti l’inverno abbandonati sul terreno; le foglie e i ricci di un autunno che venivano ricoperti dai ricci e dalle foglie dell’autunno successivo.
Una desolazione, in boschi che per secoli, nel bene o nel male, avevano sfamato tante famiglie.”
Guccini, Macchiavelli – “Malastagione”, romanzo
Bianco & Nero, Connessioni, Fotografia Europea 2019, Natura, Progetti