«Per un adolescente è più facile aprirsi ed accettare informazioni e consigli da ragazzi della sua stessa età, perché usano lo stesso linguaggio e le stesse forme di espressione. I peer sono
semplicemente ragazzi che informano altri ragazzi. Nessuno si sente giudicato o limitato nelle proprie libertà di scelta e di azione da nessuno. Quando entriamo in classe, la prima cosa che
facciamo è mettere le sedie in cerchio, perché non ci sono “insegnanti” e “alunni”: nessuno insegna a nessuno. È per questo, credo, che i ragazzi con i quali facciamo gli incontri ascoltano con tanto interesse le parole che diciamo loro, e le imprimono nella loro mente con tanta attenzione che è come se le fossero tatuate addosso.»